Any organization that designs a system will inevitably produce a design whose structure is a copy of the organization’s communication structure.

Thing 17: The Medium is the Message – Prezi and Slideshare

Il tempo è agli sgoccioli, domani scade il termine per il completamento di cpd23. Se c’è una cosa che riesco a fare sempre bene è prendermi all’ultimo minuto.
L’appuntamento con Prezi e Slideshare era uno di quelli che attendevo di più, purtroppo però non riuscirò a creare una presentazione dignitosa in Prezi entro 24 ore. Prezi è un’applicazione online per la costruzione di presentazioni, Slideshare è un network che serve a condividerle.
NOTA:The medium is the message” è una frase di Marshall McLuhan. Sicuramente leggerlo vi farà bene. Così capirete perchè mi innervosisco facilmente di fronte a chi sottovaluta la pervasività dell’informatica, a chi non si rende conto di aver confuso il proprio gestionale con la biblioteconomia, le questioni di SBN con i temi della catalogazione.
Già alle superiori avevo dei sospetti, ad ogni modo all’università ne ho avuto la certezza, soprattutto all’interno dell’ambito inormatico: PowerPoint è un pessimo strumento comunicativo. Lo spiega dettagliatamente Edward Tufte all’interno del suo The Cognitive Style of Powerpoint (30 pagine, le trovate online), dove tra l’altro ho scoperto la meravigliosa legge di Conway:

Any organization that designs a system (defined more broadly here than just information systems) will inevitably produce a design whose structure is a copy of the organization’s communication structure.

applicabile tanto a ClavisNG di Comperio, quanto a PowerPoint di Microsoft. Personalmente ho visto raramente usare PowerPoint veramente bene, nel caso di brevi presentazioni (20′-40′), dove le slide erano puramente decorative o di sostegno a particolari osservazioni. Il problema è quando PowerPoint si sostituisce ad una dispensa, a grafici e tabelle statistiche.
Purtroppo avevo maturato il mio odio per PowerPoint già durante il triennio, quindi non sono riuscito a usarlo. Ho usato invece il mitico HTML Slidy (conosciuto grazie ad una presentazione di Maurizio Messina all’università). HTML standard, potete scrivere le slide con notepad, mitico. Poi le ho comunque convertite e condivise anche con Slideshare, vedi mai che interessano a qualcuno (dubito, pessime slide, a me non piacciono, ogni volta gli elenchi puntati sono lì a fissarmi….).
Insomma, quello che ci tenevo a comunicare in questa lezione è che quello che conta è il CONTENUTO! L’idea di separare presentazione da contenuto sta alla base dello sviluppo per il web. Per questo dalla fine degli anni ’90 è sparita la figura del “webmaster” in favore di web designer, web content manager, information architect, ecc…
Se state leggendo questo blog, magari navigate abbastanza sul web. Provate a fare un piccolo esercizio, quando siete su un sito, provate a valutare ad occhio quanta percentuale di spazio è dedicata al contenuto principale e quanta agli elementi decorativi. Provate poi a capire se gli elementi presentazionali del contenuto hanno una qualche attinenza con quanto viene comunicato. Già questo potrebbe essere uno spunto per valutare la bontà del sito e delle informazioni che contiene.
everytime you make a powerpoint edward tufte kills a kitten

3 commenti su “Any organization that designs a system will inevitably produce a design whose structure is a copy of the organization’s communication structure.”

  1. sacrosanto!!!
    Anche io infatti ho atteso a scrivere questo post, proprio per poter leggere l’autorevole contributo di Tufte in merito, il quale critica il dilagare di PP come strumento per la produzione e scambio di documenti, soprattutto in ambito scientifico.

  2. Non riesco proprio a scrivere il mio post sulla thing17 di cpd23, allora scrivo qui alcune riflessioni.
    Personalmente non condivido questo diffuso (benche’ meritato) odio contro PP. Gli astiosi critici delle bullet list sembrano sempre dimenticare che davanti a quella presentazione c’e’ un tizio che parla, e che il cuore della presentazione e’ quel tizio che parla. E’ li’ che bisogna indirizzare il giudizio, e le slide devono essere viste come un supporto dell’oratore, non il contrario. La pigrizia ha fatto si’ che avvenisse il contrario, a cominciare dagli insegnanti che “pretendono” che i loro studenti realizzino delle presentazioni… brrr! Ma cio’ che conta e’ soltanto l’oratore. Fine.
    Non c’e’ cosa peggiore nell’universo che una presentazione PP decontestualizzata. Trovo che SlideShare sia uno dei concetti piu’ perversi e disgustosi di internet. Le slide dovrebbero morire alla fine della presentazione, e quando una conferenza mette online i “materiali”, o un docente pubblica le sue “dispense”, vedere che sono solo PP senza alcuna revisione ti giuro mi fa bestemmiare.
    Prezi (che e’ un bello strumento) o HTML Slidy (che e’ giusto una buona idea tecnica) si limitano a spostare i termini della questione, ma non la risolvono. Qualsiasi cosa tu metta sullo schermo, puo’ essere buona o cattiva solo in relazione alla bonta’ del tuo discorso. Bisognerebbe tornare alle scuole dei gesuiti, con solidi insegnamenti di teatro e retorica!
    Sto provando anch’io a sperimentare sistemi di presentazione alternativi alle classiche slide – ovviamente dipende anche dal contesto in cui mi trovo a parlare – ma quando posso mi presento senza alcun materiale di supporto. Si’, sono anche vanitoso: voglio che la gente presti attenzione a me! 🙂

    1. il problema delle bullet list è che non svolgono il loro lavoro di supporto, anzi tendono ad oscurare il tizio che parla sviando l’attenzione invece di sottolineare il cuore del messaggio. Su questo ci sono diversi studi che mostrano come con lo stesso oratore (dice le stesse cose nello stesso modo) alla fine della presentazione al gruppo che si era beccato le bullet list era rimasto molto molto molto meno di quello che si era beccato le “grandi immagini evocative” 🙂

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